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giovedì, maggio 29, 2003
Non ti saluto perchè non vado e non vengo: sono sempre con te.
posted by Theclap 5:49 PM
lunedì, maggio 26, 2003
Saturday Night Fever
La sua serata è cominciata con qualche birra.
Poi, mentre ascoltavamo il concerto dei Suneatshour, ha iniziato ad offrire birre a tutti, e per un po’ non si è fermato. Ha detto più volte che alla fine del concerto si sarebbe comprato una maglietta del gruppo, ma quando il concerto è finito stava cercando qualcuno che lo accompagnasse al bancone. E’ tornato con una birra e siamo usciti. Dopo un po’ e sparito. L’abbiamo cercato, ma niente da fare.
Passa una mezz’oretta e lo vediamo che ci viene in contro, con l’ennesima birra in mano, e con un ammasso informe appoggiato al braccio destro.
“A., cosè quella roba?”
“Eh, sono andato a comprare una maglietta.”
“Fa vedere”
La sua espressione una maglietta stava per:
- tre magliette;
- tre cd, di cui due uguali;
- tre poster (ma forse questi li aveva rubati);
- sei (direi) spille;
- un po’ di adesivi.
In pratica si era comprato quasi tutto il merchandising dei Suneatshour.
“A., ma quanta cazzo di roba ti sei preso?”
“Eh… questa qua”
“Hai fatto un affare: devi aver speso poco.”
“Boh… Chi è che viene a bersi una birra?”
Inutile dirlo: la serata è finita molto tardi.
posted by Theclap 1:53 PM
venerdì, maggio 23, 2003
Ma piuttosto una sega, tanto non e' la prima e non sara' certo l'ultima.
posted by Theclap 7:38 PM
mercoledì, maggio 21, 2003
Ieri torno da Reggio in macchina, di corsa, perchè dovevo andare a lavorare. Sarà stata l'agitazione per la paura di arrivare troppo in ritardo, sarà stata la temperatura, boh, fatto sta che avevo un caldo tremendo. Così, parcheggio la macchina di fianco all'ufficio, lasciando i finestrini aperti quattro dita. Apro l'ufficio con 7 minuti di ritardo (perfetto), e controllo che nessuno mi abbia cercato (siano benedetti i telefoni che memorizzano le ultime chiamate). Nessuno, quindi mi calmo e mi metto a fare tutto quello che devo, tipo bere un bicchiere d'acqua, prepararmi un caffè, controllare la posta, leggere qualche blog, ah, e anche un po' quello che comunemente viene chiamato lavoro.
Trascorre quasi tutto il pomeriggio. Intanto il vento comincia a sbuffare, sempre più forte, mentre il cielo diventa sempre più scuro, plumbeo, ma io non ci faccio attenzione.
Sono le 18.50. (e io chiudo alle 19.00). Entrano due clienti.
Comincia a cadere qualche goccia, ma piano piano e poi qualche folata più forte di vento e giù a grandinare come non si vedeva dal lontano aprile 2002.
"Toh, grandina", penso con grande acume "speriamo non si rovini la macchina" (in realtà non me ne frega più di tanto).
La grandine lascia poi il posto ad una pioggia battente, fortissima. La strada qua di fronte si allaga ed entra un po' di acqua in ufficio, da sotto la vetrina. Ma non me ne accorgo, perchè sto preparando la pratica per i due clienti, che sono ancora in ufficio.
Poi salta la corrente. Non si vede nulla e sono costretto a compilare i modelli sfruttando la luce del computer (indispensabile uno sfondo bianco), ancora acceso, grazie al blocco di continuità.
Fuori piove che Dio la manda, sono già le 19.15 e i due clienti mi dicono di essere venuti a piedi e che:
"Non abbiamo neanche preso l'ombrello. Ci facciamo portare a casa dal ragazzo (che sarei io)". Faccio finta di non sentirli e continuo a compilare permessi vari. Poi anche il blocco di continuità tira gli ultimi e rimaniamo noi tre al buio dell'ufficio.
Mi rompe davvero portarli a casa, perchè ho la macchina in un calcolatissimo disordine e mi vedrei costretto a sistemare tutti i fogli, cassette, cibi vari, che ho sparsi. Quindi fingo di preparare ancora qualche pratica, per circa un quarto d'ora. Ma la pioggia non sembra voler cessare e i due clienti sono ancora qua.
"Ci può portare a casa lei, che tanto stiamo qua vicino?" mi chiede uno dei due, questa volta direttamente e io acconsento, anche perchè avrei già dovuto essere uscito da una mezzora.
"Sì. Se aspettate qui, sistemo la macchina e vi accompagno."
Li lascio in ufficio e vado in macchina. Mentre metto la chiave nella serratura, noto un particolare e comincio ad maledire me stesso e la mia memoria traballante. I finestrini anteriori erano ancora aperti. Apro la macchina: i sedili anteriori completamente inzuppati; quelli posteriori appena un po' più asciutti, e dovevo accompagnare a casa i due tipi.
Decido di far finta di niente:
"Se solo potete sedervi dietro, che sul sedile davanti ho delle carte che devo sistemare" chiedo.
"Ma certo" rispondono e partiamo
"Oh, no, devo aver lasciato i finestrini aperti"
"Eh, infatti sono un po' umidi, i sedili... (passano dieci secondi, forse meno)... ecco, siamo arrivati... si può fermare qui".
"D'accordo.. ecco... arrivederci. Per qualsiasi cosa, ci sentiamo per telefono"
"Va bene, grazie per il passaggio"
"Ma di nulla, figuratevi".
Beh, la pioggia si era praticamente fermata e loro abitavano davvero vicinissimo. Sicuramente hanno preso più acqua salendo in macchina con me, che facendo una corsa a casa. Solo che non abbiano i reumatismi.
posted by Theclap 7:39 PM
Rien à faire
Venerdì sera non ti ho vista e Sabato, per un motivo o per l'altro non ti ho considerata. C'erano un sacco di cose da fare, per tre sole persone. Poi mi erano anche sorti dubbi atroci. Mhhh. Paura, disperazione.
Ci sto ancora pensando.
Ti sto ancora pensando.
posted by Theclap 7:38 PM
martedì, maggio 20, 2003
Sabato sera, festa grandiosa.A la prochaine fois.
posted by Theclap 1:32 AM
mercoledì, maggio 14, 2003
L'aforisma del giorno 2
Sorridi, porca troia.
posted by Theclap 5:40 PM
L'aforisma del giorno
Il vittimismo e la voglia di soffrire sono tanto diffusi che quando sono felice, subito mi chiedo dove stia sbagliando.
posted by Theclap 5:31 PM
venerdì, maggio 09, 2003
Il tempo corre velocissimo, e noi a cercare di stargli in scia, con le gambe che già fanno male.
Sono settimane pienissime, di studio e lavoro e musica e sport e amore, ma solo quello sognato, perché come al solito finisco per comportarmi da squilibrato, parlando da solo, a bassa voce, andandomene nel bel mezzo di una conversazione o interrompendoti con una puttanata, mentre stai cercando di dire qualcosa di interessante. E poi guardo il soffitto e mi sgranchisco le braccia. Il fatto preoccupante e che io per primo vorrei che questo non succedesse, ma ci casco sempre. Poi questo fine settimana non ti vedrò nemmeno, perché sto per partire per un torneo a Fano. Allora, a questo punto, dovremmo vederci il prossimo fine settimana, Venerdì al concerto e Sabato alla festa, se tutto va bene.
- Senti, A. ehm… niente … ehm … ho scoperto che mi piaci moltissimo… ehm… verresti Mercoledì a pranzo al self-service del Policlinico?… mi chiami tu, ok?
Cosa dite? Può funzionare? Forse è meglio un panino in Autogrill? Una macedonia in macchina? Due litri di Budweiser in un castagneto? Un Kebab su uno scivolo? Un Kg. di gelato “cioccolata e limone, grazie” su un passaggio a livello? Un pacchetto di Pan di Stelle sulle rive del Panaro? Di Gocciole sul Secchia?
Boh. Le propongo tutto, poi vediamo cosa risponde.
Ah, chiaramente vi saprò poi dire, miei cari.
posted by Theclap 6:21 PM
Parlo più da solo che quando sono in compagnia.
posted by Theclap 6:11 PM
Oggi ho l’occhio destro molto più chiuso di quello sinistro. Maledetta allergia.
posted by Theclap 6:10 PM
giovedì, maggio 08, 2003
Tutto di corsa. Sempre.
posted by Theclap 7:22 PM
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