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giovedì, febbraio 27, 2003
30, cazzo.
Lo vedi che quando ti applichi i risultati arrivano?
posted by Theclap 7:15 PM
martedì, febbraio 25, 2003
Ormai so tutto della storia del giornalismo italiano.
Speriamo che il prof. se ne accorga, o che almeno arrivi a crederlo.
posted by Theclap 11:53 PM
giovedì, febbraio 20, 2003
L'aforisma del giorno
Anche chi parla tutte le lingue del mondo deve imparare quando tacere
posted by Theclap 6:56 PM
mercoledì, febbraio 19, 2003
Un Quiz
L’orologio del mio stereo è 11 minuti avanti, rispetto a quello del campanile, ma l’orologio a muro della cucina è 15 minuti indietro, rispetto a quello del mio stereo.
L’orologio della mia macchina è solo quattro minuti avanti, rispetto all’orologio della cucina, ma quello dell’autoradio è cinque minuti indietro, rispetto a quello della mia macchina.
Adesso sono in ufficio.
L’orologio a muro segna le 16.04 e il marcatempo le 15.53, ma l’orologio del computer segna le 15.58 ed è un solo minuto avanti, rispetto a quello della mia macchina.
Domanda:
Che ore fa l’orologio del campanile in questo momento?
Risposte:
a) Ma che cazzo me ne frega? E’ già molto che sono arrivato a leggere fino a qua, senza mandarti a cagare.
b) Ma che cazzo me ne frega? E’ già molto che sono arrivato a leggere fino a qua. Và a cagare.
c) L’ora giusta. Metti in punto i tuoi. (e va a cagare lo stesso).
d) Come faccio a saperlo? Mentre faccio i calcoli cambia in continuazione.
e) Cos’è un campanile?
Profili:
Maggioranza di risposte
a) Paziente. Grazie tante
b) Impaziente e testa di cazzo
c) Pratico (e testa di cazzo)
d) Pignolo
e) Ateo
“Arrivi mai puntuale?”
“Chiaramente no”
posted by Theclap 5:10 PM
mercoledì, febbraio 12, 2003
Io Cerco l’acqua.
Sono magneticamente affascinato dallo scorrere e starei ore a guardare il lento corso di un fiume, o l’abbattersi violento di un acquazzone.
Le Piogge di una volta
Quando ero bambino, non appena sentivo le prime gocce di un probabile temporale, mi precipitavo sotto la tettoia dietro a casa mia, con una sedia e un fumetto, in genere Tex.
Affascinato dal cielo oscuratosi tanto in fretta, respirando quell’odore unico, buonissimo, che tutti conosciamo, ero come estasiato.
Le Piogge di adesso
La situazione è cambiata: durante il giorno sono raramente in casa e ho finito tutti i Tex della collezione di mio padre, ma la pioggia continua ad affascinarmi.
Adesso, ma solo se ci sono almeno 20 gradi, quando piove e non ho impegni, mi vesto male, peggio del solito, e vado a fare una passeggiata, senza ombrello né impermeabile.
E’ indescrivibile quello che provo sentendo le gocce sulla pelle, in testa, sui vestiti leggeri.
Rido, a volte convulsamente, per quella sensazione straordinaria.
I Fiumi
Quando ho bisogno di stare da solo per pensare, salgo in macchina e vado a fare un giro.
Ho notato che la maggior parte delle volte finisco per trovarmi nei pressi di un fiume, quasi sempre il Secchia, per motivi geografici, e puntualmente vado a sedermi su un sasso più grosso degli altri, a guardare l’acqua e i suoi riflessi, ad ascoltare il suono del suo continuo scorrere, a pensare a come risolvere il problema che mi attanaglia, finalmente solo, finalmente tranquillo.
Conclusioni
Scrivendo questo post mi sono reso conto:
- che associo lo scorrere dell’acqua all’intimità e di tanto in tanto cerco di ricreare una situazione nella quale concorrono entrambi gli elementi;
- che ho una voglia tremenda di primavera e di pioggia calda;
- che attualmente non ho problemi gravi;
- che ogni volta che scrivo acqua, digito anche una fastidiosa “s” tra la “a” e la “c”.
posted by Theclap 5:10 PM
martedì, febbraio 11, 2003
Per andare in ufficio, devo superare il cavalcavia di Maranello, quello che passa al di sopra della pista di Fiorano, dove prova la Ferrari.
Oggi Schumacher ha ufficialmente provato la nuova macchina, appena presentata.
Quando c’è qualcuno in pista, Schumacher in particolare, un sacco di gente si ferma sul cavalcavia, in divieto di sosta e fermata, solo per vedere quello “spettacolo” di dubbio gusto.
La cosa più succedibile è che una macchina si metta a fare inversione a U, proprio alla fine del cavalcavia, invisibile per te, sia perché sei ancora dall’altra parte, ma stai arrivando, sia perché sei concentratissimo nel cercare di evitare motorini, portiere che si aprono all’improvviso, bibiclette e le macchine che sopraggiungono nell’altro senso di marcia e che sono nella tua medesima condizione. Inoltre, tutto si complica indicibilmente quando c’è di mezzo un camion, e qui ce ne sono sempre.
Ma oggi è andato tutto bene: niente incidenti, niente accidenti, niente ritardi, niente tragiche decurtazioni della fetta di sportivi che vanno sotto il nome di “Ferraristi”.
Tutto bene...a parte quel rumore assordante, cazzo.
posted by Theclap 5:45 PM
venerdì, febbraio 07, 2003
Tra banditi.
"Cazzo, la polizia! Cosa facciamo? Apriamo il fuoco o ci dileguiamo?"
"Spariamo!"
posted by Theclap 7:04 PM
La lista di Schindler
Capita, a volte, che prenda particolarmente a cuore il problema di qualche mio cliente, o perché il cliente è mi risulta simpatico, o perché egli visibilmente sprovveduto e io, paternalisticamente, lo prendo sottobraccio e lo accompagno in ogni passo della sua vicenda.
Faccio tutte le telefonate possibili, anche fingendomi qualcun altro, se serve; rimango in ufficio oltre l’orario di apertura; resto in costante contatto col cliente; gli do dei consigli.
Sto veramente male quando le cose non vanno come dovrebbero, o quando i tempi diventano insopportabilmente lunghi, e entrambe le situazioni sono all’ordine del giorno, nel campo assicurativo.
Il problema sorge alla fine della pratica, ma è un problema solo mio e prettamente di ordine morale.
Infatti, a questo punto, il cliente mi ringrazia molto sinceramente, quasi da amico, sia qando la pratica è finita bene, perchè sembra che io gli abbia fatto un favore, trattandolo con tante attenzioni, sia nel caso che l’esito non sia quello sperato, perché il cliente sa, intimamente, che ho fatto (quasi) tutto quello che era nelle mie possibilità.
Il problema morale è che a questo punto mi sento il più grosso figlio di puttana in circolazione perché come ho aiutato lui, avrei potuto aiutare chiunque altro. Perché questi ingiusti favoritismi?
Avete presente una delle scene finali del film Shindler’s List, quella in cui il protagonista, in lacrime, si rende conto della quantità di vite salvate e di tutte quelle che avrebbe potuto salvare, senza tanto sforzo ulteriore? Provate a fare un paragone tra le due situazioni, per quanto diverse. Il paragone regge?
Vi prego, non dite di sì: voi sareste incredibilmente esagerati e io molto più figlio di puttana di quello che pensavo.
…finalmete l’ufficio chiude, salgo in macchina e altre centinaia di pensieri si infiltrano nella parte (in)conscia della mia mente, accavallandosi e oscurandosi a vicenda.
Ma la minaccia è sempre viva, cinque giorni alla settimana, tre ore e mezzo al giorno… più eventuali straordinari.
posted by Theclap 6:45 PM
mercoledì, febbraio 05, 2003
Ufficio e caffè
1 - In ufficio ho una macchinetta per il caffè espresso.
2 - Lavoro part-time, solo al pomeriggio.
3 - In ufficio il caffè lo bevo solo io.
4 - Non bevo più di un caffè al pomeriggio.
5 - L'ordine minimo, per la consegna del caffè è di 300 pezzi.
1 + 2 + 3 + 4 + 5 = Sto bevendo del caffè scaduto da quattro mesi.
Ma se pensate che possa fare male, non avete mai letto niente di questo tipo
posted by Theclap 7:30 PM
martedì, febbraio 04, 2003
Nel dialetto modenese le lire vengono chiamate franc (franchi). Es. Zinquantaméla franc (50mila).
1) Etimologicamente, immagino che derivi dai tempi del dominio Napoleonico dell’Emilia Romagna. Repubblica Cispadana, Transalpina, Isola d’Elba e tutte quelle belle storie, così soggette ad oblio, che ci hanno raccontate a scuola.
2) Franc, al contrario dell’italiano lire non è mai sottinteso, cioè Zinquantaméla franc sono sempre Zinquantaméla franc, e non possono essere solo Zinquantaméla.
Morale? Nessuna, solo due osservazioni sul rapporto MIO NONNO / SOLDI, già analizzato ieri in un suo aspetto.
posted by Theclap 4:38 PM
lunedì, febbraio 03, 2003
Mio nonno mi raccontava che quando era giovane esisteva una monetina chiamata cavurèin (Cavourino), che quando te la guadagnavi o, ancora meglio te la regalavano, eri contentissimo, perchè potevi passare una serata togliendoti ogni voglia.
“Come le centomila adesso?” chiede mio padre
“Noooo, meno. Cinquantamila. Ma neanche.” risponde mio nonno e spiega “potevi andare al café, al cinema, al café, a ballare e poi anche a fare un giretto al café e ti rimaneva ancora qualcosa.”
Una strana concezione del costo attuale dei divertimenti (e dei prezzi nei café).
Fortuna che la paghetta settimanale non me la dà mio nonno. E poi perché me la dovrebbe dare?: lavoro e non me la dà neanche mio padre. Ho uno stipendietto modesto, ma sufficiente per andare al café, al cinema, al café, a ballare e anche a fare un giretto al café e mi rimane ancora qualcosa.
posted by Theclap 6:17 PM
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